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F.Pessoa, Il libro dellβinquietudine, parag. 433
Riprendendo in mano il Rosariun Philosophorum, nella parte dedicata allβopera al bianco si parla di depressione come dolore dellβanima, mentre nella parte successiva, lβopera al rosso, si accenna alla depressione dello spirito. La prima forma di depressione, puΓ² essere definita βfemminileβ, Γ¨ la crisi della relazione, della perdita dellβaltro, detta anche anaclitica.
Lβaccento Γ¨ sul nascere e morire che ha il suo culmine con la morte e rinascita della Regina.
Ma la depressione dello spirito, detta anche maschile, Γ¨ legata alla smarrimento, allo sgretolarsi dallβinterno.
Scrive A. Vitale:β (...) quando dolore e smarrimento vengono per svelare senza pietΓ il vuoto, ecco che si realizza la situazione paradossale: noi sperimentiamo la morte da vivi e il vuoto senza precipitare; da allora queste esperienze diventano il pensiero dominante, lβeterno compagno della coscienza. Questa probabilitΓ di sperimentare morte e vita insieme Γ¨ una situazione propria dellβuomo, forse condanna per la superbia e per il frutto probibito di avere un Io, coscienza e attaccamento a sostegni senza fondamento, ma insieme anche prerogativa esclusiva tra i viventi. La disperata speranza, la crisi impossibile della propria esistenza, la sopravvivenza nella catastrofe, sono i caratteri tragici della depressione, che incide profondamente, scava, sconvolge le fondamenta, ma non uccide; e quando il soggetto puΓ² contemplare la propria sopravvivenza, ecco che la sofferenza si fa conoscenza e questa puΓ² produrre la trasformazione della persona e del mondo, la metanoia.β (Solve coagula,p.206).
Lβindividuo e lβesistenza dellβintera umanitΓ evolve per crisi, come lβuniverso per una esplosione, morte e dolore sono la chiave della crescita individuale.
Ancora Vitale:
βIl depresso anela al rinnovamento e perciΓ² spesso vuol morire, preso tra unβindicibile confusa nostalgia di unβaltra condizione e lβinsopportabile presente. In quel vuoto spazio di dolore e di conoscenza, lβinforme Γ¨ illimitato spazio-origine di ogni coscienza, che Anassimandro chiama apeiron, informe ma suscitatore di forme, nasce il rinnovamento della vita e la trasformazione dellβessere:dal dolore la conoscenza.β (A. Vitale, Solve coagula, p.207)
Concludo con le parole di Hillman:
βNon ci puΓ² essere nella vita di una persona un fatto piΓΉ potente di una depressione o di una passione amorosa. β
G. Casagrande, Intervista a J.Hillman
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