L’immagine dell’acqua

"Tutto quanto il cuore desidera può essere sempre ricondotto all’immagine dell’acqua”
 Psicanalisi delle acque, Gaston Bachelard




Nei primi testi taoisti, il wu wei era spesso associato con l’acqua, una analogia che spiega perfettamente il concetto. L’acqua, leggera e delicata è, al contempo, forte e impetuosa; non conosce ostacoli, erode la dura roccia, trasformandone la forma. L’acqua è fluida ma è anche compatta e così rimane sempre uguale a mutevole. Può riempire qualsiasi contenitore, assumere qualunque forma, andare ovunque, anche nei buchi più piccoli e sa aggirare quello che non può superare. Quando si suddivide in tante gocce, l’acqua ha sempre la capacità di riunirsi. Diventare acqua significa essere,al tempo stesso, compatti e flessibili.

L’acqua è solutio nel suo duplice effetto: fa sparire una data forma, ma ne fa emergere una nuova, rigenerata. La dissoluzione della vecchia forma può apparire con immagini oscure ed è associata alla nigredo. Ad esempio, Filalete dice: “ La nerezza diviene più pronunciata giorno dopo giorno fino a quando la sostanza assume un colore brillante. Questo nero è segno di avvenuta dissoluzione”.
La solutio può quindi, divenire, mortificatio.
Questo è comprensibile perché ciò che viene dissolto vive la solutio come annichilamento di se stesso.

Citiamo allora Eraclito: “ Per le anime, è la morte che conduce, tuttavia, a una nuova forma, ringiovanita (...) Poiché quando il potere dell’acqua si dissolve, la composizione si dissolve, quello è il giorno della restaurazione, allora l’oscurità e la Morte volano via da loro e arriva la Saggezza”

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