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Hermes il dio che attraversa, da traversare andare al di lร , andare oltre. Colui che oltrepassa il ponte, materia prima e materia ultima che congiunge agendo da psicopompo tra conscio e inconscio.
Jung definisce Hermes Kyllenios “il causatore delle anime”, colui che nel mezzo apre infiniti spazi dove i processi possono essere elaborati.
Soffermiamoci sul nome greco del dio “herma”, mucchio di pietre”, perchรฉ proprio i tumuli di pietre lungo la strada diventavano punti di riferimento ai viandanti per non perdere la strada, viaggio introspettivo nella terra di Ade, nel mondo infero oscuro e, al contempo, ricco.
Lo “spazio ermetico” diventa cosรฌ un luogo psichico in cui รจ possibile dare confini e delimitare gli spazi della ricerca introspettiva; un luogo mobile e mai fisso .
Come ben spiega Giorgio Antonelli:
“Hermes, il dio nei cui doni ci s’imbatte, il dio delle cose che si trovano lungo il cammino. Chi s’imbatte in qualche cosa di prezioso sulla via, colui al quale capita improvvisamente un colpo di fortuna, costui ringrazia Hermes. Perciรฒ si chiama, com’รจ noto, tutto ciรฒ che si puรฒ definire trovato dono suo (hermaion).Se ne ricordino gli psicoterapeuti quando s’imbattono in un insight. Non si riducano a essere delinquenti di rimbalzo nel dissimulare provenienze altre. Hermes รจ il dio dell’inappartenenza, dunque non ci appartengono propriamente neanche i suoi trovati doni. Ed รจ per questo motivo, perchรฉ non ci appartengono, che possiamo veramente goderne.
Fugax ille Mercurius: la materia mercuriale nell’alchimia รจ estremamente evasiva. E, perรฒ, il mysterium coniunctionis avviene da quelle fuggitive, scioglienti parti. Per dirla con Jung: Mercurio รจ un demone che aleggia tra paziente e psicoterapeuta. Nel transfert di paziente e psicoterapeuta si tratta dunque di un loro venire alle prese con ciรฒ che non puรฒ appartenere. Non รจ proprio nella natura del dio di vincolarsi a una determinata regione, fosse anche quella del setting: non c’รจ temenos che tenga di fronte alla volatilitร  degli insight. “
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Riprendendo le parole di Antonelli: “Non per caso Hermes รจ raffigurato in forma quadrangolare senza mani e senza piedi, dal momento che, per portare a compimento ciรฒ che si propone, non ne ha bisogno” .
Mentre si agisce si esperisce il cambiamento.
Non basta perciรฒ imbattersi in un dono, รจ importante viverlo in un processo trasformativo.
Sempre Antonelli sottolinea: “occorre saperlo re-visionare come ars. Nell’inno omerico รจ questo appunto che Hermes fa appena nato: vede una tartaruga e immediatamente la re-visiona come lira. Potremmo anche dire che la ri-legge, dal momento che proprio di questo si tratta nella re-ligio, di un essere re-legens (...)
Non basta neanche, perรฒ, rileggere la tartaruga in lira. Si tratta di farsi, Hermes, ladri. L’ars va rubata. Occorre farne,e qui Hermes s’apparenta a Marte, bottino di guerra. L’ars va rubata, facendo a meno dell’altro”

Rif. Bibliografici
Hermes e l’hillmanalisi Giorgio Antonelli, in Giornale Storico del Centro Studi di Psicologia e Letteratura, 15, Giovanni Fioriti Editore, Roma, 2012
Silvia Martufi, Ermes-Mercurio, l'analisi e l'arte
Giorgio Antonelli, La psicoanalisi tra menzogna, godimento e sapere.
Opera di Chagall, Over the town

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