𝗜𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗹𝗮 𝘀𝗶𝗻𝗰𝗿𝗼𝗻𝗶𝗰𝗶𝘁𝗮́

 


“Nostalgia! Ho nostalgia perfino di ciò che non è stato niente per me, per l’angoscia della fuga del tempo e la malattia del mistero della vita.
Volti che vedevo abitualmente nelle mie strade abituali: se non li vedo più mi rattristo; eppure non mi sono stati niente, se non il simbolo di tutta la vita”
F. Pessoa, Il libro dell’inquietudine
Il concetto di “principio sincronico” apparve molto discretamente, per la prima volta, in un elogio funebre per Richard Wilhelm nel Neuen Zürcher Zeitung del 6 marzo 1930.
Molti sono stati gli studi sulla Sincronicità, ma voglio partire dal pensiero della Von Franz:
“Il pensiero sincronico, che in Cina è il modo classico di pensare, è un pensare per campi, per così dire.
Nella filosofia cinese questo pensiero si è sviluppato e articolato molto più che nelle altre civiltà; lì la domanda non è perché sia accaduto qualcosa, o quale fattore abbia causato un certo effetto, ma: quali eventi amano accadere insieme, in un modo significativo e nello stesso momento? I cinesi si chiedono sempre: “Cosa tende ad accadere insieme nello stesso tempo?”. Perciò il centro del loro concetto di campo è un istante temporale in cui sono stretti gli eventi a, b, c, d, e così via. […] il pensiero sincronico può essere considerato un campo di pensiero, il cui centro è il tempo.”
Si hanno dunque due concezioni temporali: quella causale, in cui i fatti si manifestano nella realtà secondo il rapporto di causa-effetto, cioè in un prima e un dopo (pensiero occidentale); e la concezione sincronica in cui un evento si manifesta grazie alla contingenza a casuale di fatti oggettivi, indipendenti tra loro. In poche parole: il pensiero occidentale si basa sul concetto di causalità, mentre quello cinese su quello casualità.
Da questi due pensieri, dice e dimostra von Franz in Divinazione e Sincronicità, si determinano anche due visioni del mondo diverse. Ed è in questa fase che la studiosa svizzera chiama in causa la scienza e i matematici del suo tempo argomentando come la loro disciplina non potrà mai cogliere la verità delle cose, poiché nell’approccio scientifico il caso, l’accidente è “una scocciatura” che tentano in tutti i modi di debellare e/o ignorare. La loro iper razionalizzazione del reale è una via fallimentare, perché se i loro sistemi matematici sono volti a eliminare costantemente la particella del caso, significa che questa costante è l’essenza stessa della realtà.
La visone della von Franz è ben spiegata da Pierluca Nicoló:
“la sincronicità sarebbe un caso particolare del generale ordinamento acausale in cui l’osservatore può riconoscere il tertium comparationis ovvero il senso che stiamo più volte invocando; frutto di atti creativi nel tempo e quindi una creatio continua in relazione alla variabile tempo. Il campo archetipico, che è atemporale, viene inteso come un “mandala” in cui esiste a priori un ordine (numeri interi), esso ruota come dimensione creativa che non sarebbe in alcun modo prevedibile. La chiave si troverebbe nell’indagine simbolica dei numeri naturali, gli eventi psichici considerati una somma di atti creativi individuali che si realizzano nel tempo, si andrebbero a connettere con l’oggettivo fisico come un orologio in cui guardare un’ora universale e chiedersi in quale momento cosmico ci troviamo.”
Cfr. I Fondamenti Psicologici della fisica moderna, p.105
Inizia, pertanto, a dispiegarsi l’idea che la sincronicità possa essere indagata nei vasti campi della mitologia e numerologia, allontanandosi sempre più dalla concezione mistica e scientifica.
Scrive ancora Nicoló:
“La sincronicità e tutti i suoi fenomeni sono reali perché definiti, immaginati e osservati empiricamente, ma assumono valore materialistico se associati a metodi di indagine statistici tentando di violare, invano in realtà, i segreti dell’anima.” Cfr. Ibidem, p.128
Un altro sostenitore della tesi che avvicina la materia al mondo psichico nella spiegazione degli gli eventi di sincronicità è D. Frigoli il quale scrive:
“Oggi si parla di universo informato, intendendo per esso che la materia e la mente sono onnipresenti nell’universo; che la psiche evolve così come la materia” Cfr. Frigoli D.,Il linguaggio dell’anima, p.67 .
Attraverso un linguaggio di visione in trasparenza, è possibile leggere tali eventi in termini immaginali. Partendo dal presupposto che tutto è immagine. Per spiegare meglio tale concetto, cito Papadopulus:
“Per immagine io intendo non soltanto una immagine grafica o visiva, ma un insieme di percezioni, pensieri, idee, relazioni, interazioni, identità; che sono direttamente organizzate da un motivo centrale secondo diverse combinazioni e variazioni (...)”
Il moto ondulatorio è, quindi, immagine, esso stesso serpente, DNA, vita.
Spiega Nicoló: “la maggioranza dei fenomeni osservati e analizzati avevano un rapporto diretto con un archetipo che attraverso l’attivazione di un’immagine, funge da catalizzatore per mettere in atto la coincidenza significativa. Alcuni casi presentati nel testo da Jung riguardano esperienze personali dirette in cui eventi psichici dimostravano una correlazione con eventi fisici. (...)
𝑺𝒊𝒏𝒄𝒓𝒐𝒏𝒊𝒄𝒊𝒕𝒂̀ 𝒆 𝑺𝒐𝒈𝒏𝒐
“Jung racconta che in una seduta analitica la paziente riferì di aver sognato di ricevere in dono uno scarabeo dorato, e durante il racconto Jung sentì dei piccoli colpi sul vetro della finestra chiusa. Una volta aperte la finestra l’insetto (cetonia aurata) entrò nella stanza buia contrariamente alle sue abitudini etologiche. Jung fu convinto che questo episodio in qualche modo poetico, sognante, artistico, abbia scardinato le barriere della paziente nei confronti delle immagini psichiche che le appartenevano, per via dell’educazione rigida che influiva nella percezione della realtà e da cui non riusciva, pur soffrendo, a emanciparsi attivando modalità autonome di pensiero sul mondo e sui suoi contenuti. L’episodio portò la paziente a uno scioglimento di parti psichiche rigide e giudicanti che impedivano il processo di trasformazione necessario in psicoterapia. Lo scarabeo infatti è simbolo classico di rinascita nella cultura egiziana. Quindi si evidenziano quattro aspetti clinici che si sono uniti e che hanno generato un racconto terapeutico, una storia che cura direbbe Hillman:
1. sogno dello scarabeo (immagine archetipica interna)
2. ingresso nel setting della cetonia aurata (elemento fisico-materiale);
3. irruzione nella psicologia della paziente del senso poetico-simbolico attribuito alla coincidenza di due mondi di esperienza apparentemente opposti (senso archetipico);
4. benessere e scioglimento delle resistenze all’analisi (trasformazione).
La teleologia immaginale ci porta a leggere le immagini del primo caso come una esigenza di cambiamento radicale a livello psichico coinciso con l’ingresso nella scena dello scarabeo sia a livello interno che esterno, l’immagine interna e quella esterna corrispondono simbolicamente rinforzando l’idea di una spiccata esigenza di cambiamento.(cfr. Ibidem, p. 145)”
In ultima analisi, concludo nuovamente con le parole di Nicoló:
“Le motivazioni che ci spingono a declinare il principio di sincronicità in una prospettiva che proviene dall’anima sta nell’ontologia dei fenomeni che la riguardano e la specificano all’interno di una cornice che è essenzialmente scopistica, perché legata esclusivamente al senso che l’individuo riesce a conferire al fenomeno. Questa significativa coincidenza definisce il costituirsi nella psiche di un tessuto romantico, senza cui non sarà possibile nessun riconoscimento del fenomeno di coincidenza significativa. Lo skopos (neoplatonico) è una intrinseca intenzionalità, idea che certifica nell’immaginazione l’archetipo dell’anima e nel suo corrispettivo cosmico (kosmos) che è l’immagine dell’Anima mundi, motivo della sympatheia di tutte le cose. Kosmos è un termine estetico la cui traduzione sarebbe “buon ordine”, Eschilo lo usa come “decoro”, disciplina, forma. Per questo lo studio della psiche attraverso la sincronicità acquista valore estetico e romantico, perché predispone all’idea di unità delle forme della realtà (materiale ed energetica) e di possibilità della psiche di raggiungere i suoi scopi ordinati superando i limiti della ricerca di senso nella polarizzazione di uno, principio materialistico, o dell’altro, principio energetico.” Cfr. ibidem, p. 149-150.
Riferimenti bibliografici:
Jung, La dinamica dell’inconscio, Bollati Boringhieri
M. Teodorani, Sincronicità, il legame tra fisica e psiche da Pauli e Jung a Chopra, Macró
M. L. von Franz, Divinazione e Sincronicità, Tlon, 2019
M. L. von Franz, Psiche e Materia, Boringhieri
P. Nicoló, I fondamenti psicologici della fisica moderna: immaginazione archetipica e scienza della natura, 2020
D. Frigoli, Il linguaggio dell’anima, Magi 2020
F. Pessoa, Il libro dell’inquietudine, Feltrinelli
R. Hopcke, Nulla succede per caso, Oscar Saggi

Commenti

Post più popolari